domenica 18 gennaio 2009

Una pagina di poesia: "Se...", di Rudyard Kipling

Se riesci a conservare il controllo quando tutti intorno a te
lo perdono e te ne fanno una colpa;
se riesci ad aver fiducia in te quando tutti ne dubitano,
ma anche a tener conto del loro dubbio;
se riesci ad aspettare e non stancarti di aspettare,
o se mentono a tuo riguardo, a non ingolfarti nella menzogna,
o se ti odiano, a non lasciarti prendere dall'odio,
e tuttavia a non sembrare troppo buono e a non parlare troppo saggio:

Se riesci a sognare e a non fare del sogno il tuo padrone;
se riesci a pensare e a non fare del pensiero il tuo scopo;
se riesci a far fronte al Trionfo e alla Rovina
e trattare allo stesso modo quei due impostori;
se riesci a sopportare di udire la verità che hai detto
distorta da furfanti per abbindolare gli sciocchi,
o a contemplare le cose cui hai dedicato la vita infrante,
e piegarti a ricostruirle con arnesi logori:

Se riesci a far un mucchio di tutte le tue vincite
e rischiarle in un colpo solo a testa e croce,
e perdere e ricominciare dal principio
e non fiatar parola sulla perdita;
se riesci a costringere cuore, tendini e nervi
a servire al tuo scopo quando sono da tempo sfiniti,
e a tener duro quando in te non resta altro
che la Volontà che dice: «Tenete duro!»

Se riesci a parlare con la folla e a conservarti retto,
e a camminare coi Re senza perdere il contatto con la gente,
se non riesce a ferirti il nemico né l'amico più caro,
se tutti contano per te, ma nessuno troppo;
se riesci a occupare il minuto inesorabile
dando valore a ogni istante che passa,
tua è la terra e tutto ciò che è in essa,
e — quel che è più — sei un Uomo, figlio mio!