mercoledì 25 marzo 2009

Una canzone: "Ragazzi di Budapest", di Leo Valeriano

Avanti ragazzi di Buda
avanti ragazzi di Pest
studenti, braccianti, operai,
il sole non sorge più ad Est.
Abbiamo vegliato una notte
la notte dei cento e più mesi
sognando qui giorni d’ottobre,
quest’alba dei giovan’ ungheresi.
Ricordo che avevi un moschetto
sù portalo in piazza, ti aspetto,
nascosta tra i libri di scuola
anch’io porterò una pistola.
Sei giorni e sei notti di gloria
durò questa nostra vittoria
ma al settimo sono arrivati
i russi con i carri armati.
I carri ci schiaccian le ossa,
nessuno ci viene in aiuto
sull’orlo della nostra fossa
il mondo è rimasto seduto.
Iliuscia non dire a mia madre
non dirle che muoio stasera
ma dille che vado in montagna
e che tornerò a primavera.
Compagno, riposa il fucile
torneranno a cantare le fonti,
quel giorno, serrate le file
noi scenderemo dai monti.

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