Il mio paese mi fa male per le sue vie affollate,
Per i suoi ragazzi gettati sotto gli artigli delle aquile insanguinate,
Per i suoi soldati combattenti in vane sconfitte
E per il cielo di giugno sotto il sole bruciante.
Il mio paese mi fa male in questi empi anni,
Per i giuramenti non mantenuti,
Per il suo abbandono e per il destino,
E per il grave fardello che grava i suoi passi.
Il mio paese mi fa male per tutti i suoi doppi giochi,
Per l'oceano aperto ai neri vascelli carichi,
Per i suoi marinai morti per placare gli dèi,
Per i suoi legami troncati da una forbice troppo lieve.
Il mio paese mi fa male per tutti i suoi esilii,
Per le sue prigioni troppo piene, per i suoi giovani morti,
Per i suoi prigionieri assassinati dietro il filo spinato,
E tutti quelli che sono lontani e dispersi.
Il mio paese mi fa male con le sue città in fiamme,
Male contro i nemici e male con gli alleati,
Il mio paese mi fa male nel corpo e nell'anima,
Sotto i pesanti ferri dai quali è legato.
Il mio paese mi fa male con tutta la sua giovinezza
Sotto bandiere straniere, gettata ai quattro venti,
Perdendo il suo giovane sangue in rispetto al giuramento
Tradito da coloro che lo avevano fatto.
Il mio paese mi fa male con le sue fosse scavate,
Con i suoi fucili puntati alle reni dei fratelli,
E per coloro che contano fra le dita spregevoli,
Il prezzo dei rinnegati piuttosto che una più equa ricompensa.
Il mio paese mi fa male per la sua falsità di schiavi,
Con i suoi carnefici di ieri e con quelli di oggi
Mi fa male col sangue che scorre,
Il mio paese mi fa male. Quando riuscità a guarire?
18 novembre 1944
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